Non è con la ripetizione di vecchi schemi che si ha successo oggi. È necessario gestire le aziende non sulla base dell’esperienza, ma delle idee.

I mercati cambiano rapidamente e quello che era valido ieri non lo è più oggi. In molti casi il numero dei clienti non cresce, mentre crescono le offerte, le promozioni, i prodotti, i servizi. Nuovi concorrenti aumentano la loro quota di mercato introducendo nuovi prodotti, nuove opzioni, nuove formule di management, innovazioni tecnologiche… Il vantaggio fondamentale non è dunque oggi l’avere esperienza, ma la capacità di cambiare rapidamente e in tempi brevi, migliorando il processo lavorativo, la qualità, l’efficienza.

La “Direzione Per Politiche Creative” (DPPC) è il modo di pianificare, eseguire, controllare e migliorare il miglioramento, agendo sulla creatività. Serve per produrre accelerazioni aziendali ed è, quindi, particolarmente utile per le imprese che vogliono essere sempre all’avanguardia, o comunque non rimanere indietro rispetto ai concorrenti leader, o che hanno gap da colmare e debbono recuperare il terreno perduto.

La “Direzione Per Politiche Creative” costituisce un sistema manageriale innovativo e avanzato rispetto agli approcci tradizionali. Il modello prevede la gestione di tre grandi cicli d’azione: il miglioramento dei processi operativi, il miglioramento dello stesso modo di migliorare e il miglioramento della cultura aziendale. Introduce concetti e metodi di gestione altamente originali e innovativi, come la gestione della riflessione strategica, la gestione della creatività, la produzione di know how interno, la valutazione della qualità del management, l’idea di learning laboratory aziendale e la fucina delle idee.

Una guida pratica per imprenditori e dirigenti che vogliono diversificarsi dalla concorrenza ed emergere.

“La direzione per politiche creative”, Francoangeli, 1997

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